Basilica Santuario Vittore e Corona

Bruno Dal MolinPROSPETTIVE DELLA CASA DI ESERCIZI
DEI SANTI MARTIRI VITTORE E CORONA
ALLA LUCE DEL PRIMO ANNUNCIO

   
    Il primo annuncio è la vocazione della Chiesa del nostro tempo. È la preoccupazione della Chiesa di essere feconda di futuro. La Chiesa universale, la Chiesa italiana e anche la nostra Diocesi hanno assunto l’impegno di formare nei credenti la capacità di essere propositivi verso chi, anche se battezzato, di fatto non segue un cammino di fede. È una vocazione irreversibile: rinunciare a questo impegno significherebbe morte della Chiesa, perché un po’ alla volta i grandi testimoni viventi della Chiesa scompaiono; e allora, dove si va, qual è il futuro della Chiesa? E’ importante generare una comunità nuova, una comunità di cristiani che abbracciano l’avventura della fede in modo nuovo. Anche l’Azione Cattolica ha fatto questa scelta di primo annuncio, una scelta coraggiosa per cui non interessano tanto i numeri, le iniziative clamorose, quanto la testimonianza quotidiana della fede che diventi appetibile.

Gli esercizi spirituali
    E’ recente la pubblicazione da parte di Famiglia Cristiana del manuale di Sant’Ignazio di Loyola che ha diffuso in maniera straordinaria l’esperienza di esercizi spirituali. Sant’Ignazio inizia così quest’opera, dicendo: “Come il passeggiare e il camminare e il correre sono esercizi corporali, così tutti i modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutti affetti disordinati, e una volta che se ne è liberata, a cercare e trovare la volontà divina nell’organizzare la propria vita per la salvezza dell’anima, si chiamano esercizi spirituali”. Gli Esercizi implicano un lavoro interiore, molto personale, in cui si fa chiarezza dentro di sé per cogliere la volontà di Dio. Ci chiediamo: “Ha ancora senso oggi puntare agli esercizi spirituali quando la Chiesa ci invia invece incontro alle persone che non credono più?”. E’ più importante annunciare, piuttosto che rimuginare su se stessi, sui propri difetti, sui propri limiti. In realtà - e mi riferisco alla lettera dei vescovi del Triveneto sugli Esercizi Spirituali (2006) – siamo invitati invitati - comunità, preti, laici - a rendere fecondo il primo annuncio, vivendo gli esercizi spirituali per maturare una capacità migliore di condivisione. Gli esercizi spirituali non sono passati di moda, anzi, costituiscono il momento in cui i battezzati ritrovano la sorgente della fede, entusiasmo, forza, coraggio, vengono rigenerati per annunciare efficacemente, per diventare testimoni credibili della fede. Tutti ci sentiamo impreparati, incapaci, mancanti di formazione per condividere la fede, per rispondere alle domande circa la fede. Gli esercizi spirituali sono uno degli strumenti formativi indispensabili per questo compito. Una casa di esercizi spirituali quando c’è aria di primo annuncio non perde la propria attualità, ma anzi, guadagna valore.
P    aolo VI, nel 1965, a proposito degli esercizi spirituali, in un discorso, ha parlato della “rielaborazione degli esercizi”. Dice: “Non rimaniamo fermi al modello ignaziano di esercizi, ma ripensiamo forme nuove. Si deve evitare ogni pericolo: lasciarsi affascinare dall’incantesimo del paradigma meraviglioso che sant’Ignazio ha lasciato, riducendo gli esercizi ad una ripetizione formalistica, direi pigra, di questo schema”. Non fermarsi a quel modello, ma ripensare forme nuove…Ed è proprio quello che dopo il Concilio Vaticano II è stato fatto. Si possono sperimentare oggi tante forme di esercizi spirituali; nel catalogo della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES), si trovano proposte di esercizi spirituali per sacerdoti, per religiosi, per laici, per tutti, per giovani; esercizi spirituali seguiti individualmente, esercizi Ignaziani, di preghiera profonda… davvero una grande varietà.

Esercizi spirituali oggi proposti nella Casa Esercizi di San Vittore

  • Di fatto vengono organizzati a San Vittore corsi di esercizi spirituali tradizionali per categorie: un corso di esercizi per i sacerdoti; esercizi spirituali per donne, per i giovani.
  • Poi sono state avviate forme nuove di esercizi spirituali: gli esercizi per ragazzi, che da anni vengono proposti dell’Azione Cattolica. Questi adottano una metodologia adatta ai ragazzi, come il gioco, la catechesi esperienziale; vediamo ogni anno aumentare il numero di ragazzi che frequentano questa esperienza. Questo è un dato confortante.
  • Altra esperienza nuova proposta dal nostro Santuario sono i corsi di iconografia. Sono autentici corsi di spiritualità perché l’iconografo qui non impara semplicemente una tecnica per scrivere le icone, ma vive momenti di spiritualità, contemplazione, accompagnati da momenti liturgici, di preghiera quotidiani, di lectio divina, silenzio. Questa è una forma qualificante questa casa di esercizi.

Prospettive della Casa Esercizi di San Vittore
   Anche il futuro della nostra Casa Esercizi si costruirà attraverso un sapiente discernimento, che è fatto di scelte umane, illuminate come insegna Sant’Ignazio, dalla Parola di Dio. Dobbiamo fare discernimento seguendo criteri, valori guida.
Un criterio importante ci è dato dal luogo in cui ci troviamo. Non è indifferente che le scelte sul Santuario di San Vittore siano fatte in base alla sua collocazione, alla sua storia, allo stile che da sempre San Vittore ha incarnato. Ho provato a fare un elenco dei valori che definiscono la casa esercizi di San Vittore.

  • La collocazione del Santuario sul monte è un richiamo alla spiritualità. Quando dall’interno della Basilica si guarda fuori ci si sente come sospesi fra cielo e terra; è immediato il richiamo alla spiritualità.
  • La collocazione in mezzo alla natura. È un invito alla contemplazione. Si esce dalla città e ci si immerge nella natura per contemplare. La ricerca di Dio passa anche attraverso il segno della bellezza naturalistica.
  • L’accessibilità non immediata. La fatica nel salire; il dover lasciare la macchina, per salire a piedi, sottolinea il valore del pellegrinaggio, del cammino che apre a dimensioni profonde; il valore ascetico della salita, che rappresenta bene la volontà e la fatica di convertirsi.
  • L’essenzialità dei servizi. I restauri hanno mantenuto lo stile spartano delle camere. Rimane difficile riscaldare gli ambienti, portare acqua calda dappertutto… anche questi disagi fanno parte della proposta di esercizi a San Vittore. Chi volesse fare gli esercizi spirituali rilassato da tutti i confort sceglie di solito un’altra Casa. Si ama San Vittore anche perché esige essenzialità, e richiama il valore evangelico della povertà.
  • Il valore dell’arte “silenziosa”. Il Santuario di San Vittore è una meraviglia dal punto di vista artistico, uno scrigno di meraviglie. Nel silenzio, perché l’arte dell’affresco, l’architettura, sono spazi eloquenti, che parlano nel silenzio. Questa casa conserva in maniera eminente il valore del silenzio, che permette di ascoltare con attenzione la parola di Dio e di immergersi nella contemplazione di immagini, icone.
  • La presenza dei Santi Martiri Vittore e Corona, che ricordano la testimonianza, il valore eroico della fede, l’eroismo. Anche questo valore che porta la vita cristiana agli estremi, alla qualità massima, è un valore che il santuario porta con sé.
  • Il fatto che Vittore e Corona fossero legati da amicizia, da fraternità; la loro confessione di fede eroica è nata proprio da un legame forte. Per questo valore si trova a casa qui l’Azione Cattolica, che propone una fraternità cristiana
  • La “diocesanità” del Santuario. In fondo, in questi 75 anni abbiamo visto susseguirsi dei preti diocesani. Anche questa è una caratteristica maturata in questi anni che ha fatto diventare in qualche modo il santuario una casa per tante persone. Il clima familiare si crea attorno al minestrone; tutte le parrocchie qui a San Vittore si sentono a casa.

   Questi valori saranno i criteri guida delle scelte per il futuro. Proviamo ora a formulare qualche ipotesi per il futuro… quanto ora dirò sono opinioni assolutamente personali. Vista da quassù Feltre assomiglia a un formicaio…. Io vivo in quel formicaio e raccolgo dalla gente idee, valutazioni, prospettive… non garantisco che siano tutte vere...

  • Circa l’ipotesi che una comunità religiosa gestisca San Vittore io direi un “Sì, ma…”, che non faccia perdere il valore della diocesanità, del fatto che tutti qui si sentono a casa. Non credo che sia impossibile trovare una congregazione religiosa, magari di vita contemplativa, disposta a fondare qui una comunità. “Sì, ma…” che non faccia perdere il fatto di sentirsi a casa, di poter accedere al chiostro con una certa facilità, di poter essere accolti per una esperienza spirituale, per iniziative come quella di oggi. È chiaro che dovrebbe essere convenzionata intelligentemente per non perdere questi valori.
  • Circa il progetto delle scale mobili. “Sì, ma…”. Non è immaginabile che un corso di esercizi spirituali sia disturbato da un gruppo di turisti o pellegrini in visita al Santuario. È chiaro che in certe situazioni ci dovrà essere un blocco, una accessibilità limitata, come accade in tutte le case di esercizi per mantenere valori quali la contemplazione, il silenzio ecc.
  • In merito all’ipotesi che diventi un Centro di Studi musicali, davvero stento a immaginare qualcuno che accorda strumenti musicali nel silenzio di questo santuario. Anche questa ipotesi va pensata e collocata con sapienza all’interno dei limiti di questa casa.
  • In merito al centro culturale. Sì, purché sia un centro culturale con la specifica intenzione di promuovere i valori di spiritualità, dell’arte, della contemplazione. San Vittore non può .diventare un contenitore per qualsiasi associazione, proprio per la sua identità.
  • Anche i raduni giovanili vanno inseriti con determinate caratteristiche.

   Si esige discernimento continuo proprio per il rispetto dell’ambiente, ma soprattutto per permettere al santuario di essere e di rimanere ancora per tanti anni parola vivente in grado di esprimere ciò per cui da sempre esiste; continui ad essere un segno eloquente di spiritualità, luogo in cui si esplicitano i valori che sono poi i valori di un primo annuncio che questa casa fa per il fatto stesso di esserci da tanti anni con questa sua caratterizzazione precisa.

 

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