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LE TESTIMONIANZE: PIERA D'AGOSTINI e BRUNO DAL MOLIN

   
    Due le testimonianze sulla vita della Casa esercizi. Francesco Canal, delegato dell’Azione cattolica italiana nel Consiglio di amministrazione della casa esercizi, ha intervistato Bruno Dal Molin, che, classe 1918, partecipò agli esercizi spirituali nel 1936 e negli anni successivi, e Piera D’Agostini Sasso.


Bruno Dal MolinBruno Dal Molin (a Santa Giustina non chiedete di lui così, ma chiedete di Bruno dei Nate e tutti sapranno chi è) dimostra un brio invidiabile e non si schermisce neppure quando il Vescovo in persona gli propone di cantare il primo inno dei Fanciulli cattolici, che Bruno imparò dalla voce della contessa Rasi e dalla signorina Negrelli negli anni ’20 del secolo scorso. “Ho sentito una svolta nella mia vita dopo gli esercizi spirituali – dice testualmente, prima di lasciar scorrere il fiume dei ricordi e delle persone: ecco che sfilano, ad esempio, Gigi Doriguzzi, Manlio Pat e Fausto Luciani “che ci leggevano durante il pranzo brani spirituali”. Perché “si faceva silenzio dalla sera del mercoledì, quando arrivavamo da Santa Giustina al santuario in bicicletta, alla fine del corso degli esercizi, venerdì o sabato”. Con Bruno non c’è in sala “Binotto” la moglie, Teresa, classe 1922, ma Bruno ne riporta il ricordo di don Giulio Gaio e della prima frase che Teresa udì dalla voce del vecchio rettore al corso di esercizi spirituali: “Quando si sale in alto, si vedono più cose che stando in basso”. Ora Bruno si rivede durante la prigionia, quando nelle baracche dei militari italiani veniva investito del compito di recitare per tutti il rosario. Si siede, per nulla stanco – poi andrà alla Festa degli Alpini del suo paese – e lascia il microfono a Piera Sasso.

Piera Sasso   “Eucaristia, apostolato, eroismo” sono tra le prime parole che Piera usa per ricordare l’esperienza degli esercizi spirituali: parole di peso che erano protagoniste nella formazione di allora, e che chissà come stavano insieme a “giochi, scherzi, canzonette, scenette”. Il mix era confezionato – come i minestroni che Carolina, perpetua di don Giulio Gaio, cominciava a far cuocere alle due del mattino per il pranzo del giorno – da Luisa Meneghel e dalla signorina Gaggia, per non citarne che due, e suscita la commozione di Piera, che continua a ricordare altre trasformazioni più prosaiche, ma altrettanto miracolose che avvenivano negli anni eroici in Casa esercizi: “le vecchie lenzuola si trasformavano in tende, non si buttava via nulla per fare economia”. La cultura del riciclaggio di oggi? Una brutta copia di quegli anni.

 

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